Dati MDMA
Nonostante la grande esposizione mediatica, l’ecstasy – nome con cui è più nota la MDMA – è relativamente poco diffusa in Italia e, a oggi, è stata molto più raramente di altre sostanze la causa di una morte per droga.
Va però segnalato che negli ultimi anni la composizione chimica delle pasticche è sempre più varia e indeterminata, con un potere psicoattivo molto più alto di un decennio fa.
Origine geografica
L’MDMA (diminutivo del nome chimico metilen-diossi-metil anfetamina) è una sostanza sintetica della classe delle anfetamine e comunemente nota con il nome di ecstasy.
La gran parte della produzione, nel mondo, avviene nell’Est e Sudest asiatico, seguito dal Sudest europeo e dall’Europa occidentale e centrale.
La diffusione dell’ecstasy ha conosciuto un picco negli anni 2000, una riduzione verso il 2009-2010 e poi un nuovo aumento della produzione e consumo, con relativo aumento anche dei sequestri.
Il termine ecstasy, riferito agli effetti della sostanza, è ormai un brand generico e si riferisce a una gamma di sostanze di sintesi simili, spesso anche mescolate insieme.
Storia
L’MDMA è stata sintetizzata per la prima volta nel 1912 dall’azienda chimica Merck, come farmaco da utilizzare in alcune condizioni psichiche.
In realtà, il suo uso in questo ambito è sempre stato molto limitato e sperimentazioni cliniche su questa sostanza non sono mai state fatte fino alla fine degli anni 2000, quando la FDA ha approvato un trial clinico per verificare la possibilità di utilizzare l’MDMA specificamente nel trattamento dello stress post-traumatico.
La sostanza è stata utilizzata da alcuni terapeuti già negli anni ‘70 e ‘80 all’interno dei propri percorsi di trattamento. Nel 1985 è stata classificata come sostanza illecita e la sua distribuzione è stata vietata. Questi sono però anche gli anni in cui compare sul mercato come sostanza a uso ricreativo.
Diffusione e prevalenza
L’uso dell’ecstasy è stato associato, per molti anni, alla scena musicale elettronica e ai rave party e il suo consumo è particolarmente diffuso tra i giovani, soprattutto maschi.
I dati dell’EMCDDA e dello studio ESPAD sui giovani e gli adolescenti indicano che tra i giovani europei (15-34enni) il consumo di ecstasy in Europa varia moltissimo tra lo 0,1% e il 12,2% della popolazione. La media ponderata europea è sul 5,7%.
Secondo questi dati, nell’ultimo anno quasi 2 milioni di giovani hanno fatto uso di ecstasy.
Se consideriamo la fascia di età 15-16enni le percentuali variano da 1 a 4%, con consumi maggiori nei paesi del Nord Europa. In Gran Bretagna, ad esempio, il 4% degli adolescenti fa uso della sostanza.
Modo d’uso
Il sale di MDMA (tipicamente idrocloruro o meno comunemente fosfato) si trova sotto forma di polvere biancastra o di cristalli solubili in acqua.
Il precursore fondamentale per la produzione di MDMA è il safrolo, un composto chimico aromatico contenuto nella canfora e in molte spezie, come zafferano, anice stellato, noce moscata.
Sul mercato, tipicamente, l’ecstasy si compra confezionata in pastiglie bianche marchiate con loghi diversi. Meno frequentemente si trova anche come capsule o polvere. Si assume quasi sempre per ingestione, anche se la polvere potrebbe essere inalata, sniffata o (ma è assai meno frequente) iniettata.
Le pasticche di ecstasy contengono in media 60-70 mg di MDMA. La polvere può derivare da pastiglie macinate (con un livello di purezza del 30-40%) o da MDMA quasi del tutto pura. Secondo l’EMCDDA, nel 2011 i valori di MDMA per pasticca rilevati in diversi paesi erano molto diversi: dal 43 mg della Danimarca ai 113 della Turchia.
Negli ultimi anni, l’analisi delle pastiglie sequestrate ha anche dimostrato che la composizione varia molto e l’MDMA è spesso mescolata con altre sostanze come lattosio, caffeina, amido ma anche allucinogeni, anabolizzanti, analgesici e perfino sostanze detergenti.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che oggi le pastiglie hanno dosi molto maggiori (anche di 7-8 volte) di sostanze psicoattive rispetto a dieci anni fa.
Meccanismo d’azione
L’MDMA è un composto che fa parte delle fenetilamine, uno stimolante neurale che compete con la serotonina, un neurotrasmettitore.
La sua ingestione provoca euforia, una aumentata capacità percettiva e sensoriale e una moderata stimolazione del sistema nervoso centrale.
L’effetto stimolante è spesso associato a una intensa attività fisica per periodi molto lunghi. Gli effetti si sentono da poco dopo l’assunzione e permangono anche per molto ore.
Uno degli effetti avversi noti, fortunatamente piuttosto raro, è un significativo aumento della temperatura corporea (ipertermia) che può rapidamente causare danni permanenti a diversi organi del corpo.
Effetti
Ricerche effettuate su animali hanno evidenziato una neurotossicità dell’ecstasy, con vere e proprie alterazioni morfologiche a livello delle cellule cerebrali e una consistente riduzione dei livelli del neurotrasmettitore serotonina.
La ricerca sugli effetti a livello del cervello umano non ha ancora raggiunto evidenze consolidate, ma esistono indizi di un effetto di danno al sistema cognitivo associato all’uso di MDMA.
L’ecstasy smorza i segnali che il corpo trasmette e quindi spesso non consente di percepire i sintomi di malessere nemmeno quando giungono a veri e propri livelli di allarme, come quelli associati all’aumento della temperatura del corpo, allo svenimento, agli attacchi di panico o all’aumento della pressione sanguigna.
La mortalità può avvenire per dosi superiori ai 300 mg ma la tossicità e gli effetti dipendono da molti fattori diversi, inclusa la varietà delle specie chimiche contenute nella pastiglia.
Conoscete la MDMA con un altro nome?
Adam, XTC, Mitsubishis, Love Doves, Cadillac, Beans, California Sunrise, Clarity, E, Essence, Elephants, Eve, Hug, Hug Drug, Love Drug, Love pill, Lover’s speed, Roll, Scooby snacks, Snowball, X, XE, XTC