Azione Cosa fare
Dal 2007 in Italia è possibile curarsi attraverso la cannabis terapeutica. Tuttavia per i pazienti il percorso verso questo loro diritto è una vera e propria corsa ad ostacoli. Uno dei tanti problemi è quello dell’approvvigionamento del farmaco. Per questo abbiamo predisposto un modello che i pazienti possono utilizzare per diffidare Ministero della Salute e ASL
La mancanza nell’approvvigionamento della cannabis per finalità terapeutiche è in Italia un grave problema che provoca, per i pazienti, l’impossibilità di poter rispettare i piani terapeutici. Nonostante la produzione iniziata dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, dalla scorsa primavera la situazione è peggiorata, senza che venissero adottate misure idonee ad evitare il protrarsi di questa grave interruzione di un servizio pubblico.
Tale carenza inoltre può costringere i pazienti a commettere reati, essendo gli stessi costretti a rivolgersi al meracto nero o a autocoltivare cannabis pur di non interrompere le cure prescritte, dando continuità al percorso terapeutico.
Proprio in questo senso la mancata erogazione di farmaci indispensabili per la cura delle gravi patologie di cui si è affetti, può ritenersi contraria all’art. 32 della Costituzione e può integrare l’ipotesi di reato di omossione di atti d’ufficio.
Per questo la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, nell’ambito della campagna Non me la spacci giusta, attraverso il suo centro di azione legale ha predisposto una lettera di diffida verso il Ministero della Salute e la Asl di competenza territoriale, che gli stessi pazienti possono utilizzare per far valere i propri diritti.