Dati Sostanze
L’oppio e l’eroina dall’Afghanistan, la cocaina dalle Ande, l’hashish dal Marocco e dal Medio Oriente, le metamfetamine e l’ecstasy dal lontano Oriente e la cannabis da tutto il mondo. La produzione di droghe, le rotte e i mercati di vendita e consumo riflettono la complessità geopolitica contemporanea.
Cannabis
Nota fin dai tempi antichi, studiata e utilizzata per decenni per i numerosi effetti terapeutici, la cannabis è vietata da inizio anni ’70. Tra le sostanze psicoattive, è però quella più diffusa. Anche perché, quando il consumo è moderato, i rischi di danni permanenti sono molto bassi.
Al contrario, le potenzialità terapeutiche che potrebbero derivare da una sua legalizzazione sono molto interessanti.
I consumi delle sostanze in Europa e nel mondo
Sono 249 milioni le persone tra i 15 e i 64 anni che nell’ultimo anno hanno fatto uso di sostanze considerate illecite in tutto il mondo, secondo il World Drug Report delle Nazioni Unite. Il 15% tra questi, e cioè circa 30 milioni di persone, sono consumatori abituali e problematici.
Limitando lo sguardo alla popolazione tra i 15 e i 34 anni di età, la percentuale di chi fa un uso continuativo di sostanze sale. E tutti gli studi, anche quelli fatti dai vari osservatori nazionali, concordano nel dire che i consumatori abituali sono più spesso maschi che vivono in situazioni socio-economiche disagiate. A completare il quadro, i dati del World Drug Report dicono però anche che il consumo abituale è più frequente nei paesi ad alto reddito rispetto a quelli in via di sviluppo.
Sicuramente i dati sono incompleti e non raccontano l’intera storia, perché un accurato monitoraggio è difficile e in molti paesi non ci sono proprio strutture dedicate. Anche in Europa, di fatto, l’uso delle droghe viene studiato in modo non continuo da circa 20 anni. In ogni caso, i rapporti degli ultimi anni evidenziano un aumento non solo della produzione ma anche del consumo di alcune sostanze in Asia come in Africa e America Latina e quindi un allargamento dei mercati.
D’altro canto, in molti paesi poveri sono diffuse abitudini, come ad esempio quella dell’inalazione di colle e solventi da parte dei gruppi di bambini di strada, in Messico o Brasile, sostitutivi delle droghe con effetti altrettanto drammatici per lo sviluppo.
La situazione europea
In Europa, la sostanza più diffusa e utilizzata è la cannabis: circa 23,5 milioni di cittadini europei l’hanno assunta almeno una volta nell’ultimo anno (il 7% della popolazione complessiva) e quasi 88 milioni di persone l’hanno provata almeno una volta nella vita (26,3% della popolazione). Segue la cocaina, che è stata consumata nell’ultimo anno da 3,5 milioni di persone e almeno una volta nella vita da 17,5 milioni di persone. L’eroina, protagonista assoluta del mercato della droga europeo dalla fine degli anni ‘70 e per tutti gli anni ‘80 e ‘90, non è tra le sostanze più consumate, tuttavia nel 2015 gli oppiacei sono responsabili dell’81% delle morti di overdose
Se guardiamo alla fascia più giovane della popolazione, quella tra i 15 e i 34 anni, i consumi sono molto più alti. Quasi il 14% delle persone ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno e il 2% di cocaina. I dati sui giovani raccolti dallo EMCDDA (Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) trovano rispondenza anche negli studi fatti sui diversi paesi europei, come lo studio ESPAD, lo European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, che ogni 4 anni raccoglie i dati su un campione significativo di studenti di 16 anni nelle scuole europee.
Incrociando i dati dei due studi, ne risulta che in generale i Paesi che consumano più Cannabis sono Francia e Repubblica Ceca, mentre Regno Unito, Olanda e Spagna sono quelli che consumano più cocaina.
Mentre, se guardiamo alle fasce di popolazione più giovane:
- nel caso della cannabis, al primo posto per consumi c’è la Repubblica Ceca dove il consumo tra i giovani arriva al 37%. In Francia Liechtenstein e Monaco si riscontra comunque un’incidenza del 30%. L’Italia segue con un consumo pari al 28%, ben al di sopra della media europea del 18%.
- per quanto riguarda la cocaina, la Bulgaria è al primo posto con un consumo pari al 5% seguito da Francia, Regno Unito, Polonia al 4%, mentre in Italia il consumo è pari al 3%.
In fondo alla scala, i paesi con i più bassi consumi registrati sono la Romania e la Turchia per la cannabis e la Grecia per la cocaina. Si conferma in Europa il trend per cui sono soprattutto i maschi, giovani, ad assumere sostanze stupefacenti mentre tra le donne, anche molto giovani, è in aumento l’uso di psicofarmaci.
FONTI:
I consumi italiani di sostanze stupefacenti
In Italia il consumo di droghe è in linea con la media degli altri paesi europei. Così dicono i dati degli Osservatori epidemiologici di diverse Asl italiane e lo studio ESPAD, lo European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs fatto ogni 4 anni sui 16enni di oltre 39 paesi europei. Quest’ultimo studio sottolinea inoltre che tra i giovani nel nostro Paese c’è un consumo maggiore di cannabis e sigarette rispetto alla media dei coetanei europei.
Nel nostro Paese il 10,3% della popolazione – 6 milioni di persone secondo rilevazioni ISTAT del 2013 – hanno consumato almeno una sostanza illegale nell’anno precedente alla rilevazione, la percentuale arriva al 25,9% se consideriamo la sola popolazione studentesca.
La cannabis è la sostanza più utilizzata, in questi ultimi anni ne ha fatto uso il 9,8% della popolazione, un dato che sale al 12% se consideriamo la popolazione giovanile, quella tra i 15 e i 34 anni. La cocaina viene consumata dall’ 1% delle persone, ma anche qui il dato riguardante la popolazione giovanile è più alto e arriva all’1,5%
I dati diventano però ancora più significativi se ci limitiamo a guardare la fascia di popolazione dei 15-19enni, sostanzialmente quella corrispondente agli studenti della scuola superiore. Lo studio ESPAD infatti dimostra che negli ultimi anni, con poche variazioni da un anno all’altro, più di mezzo milione di studenti italiani ha consumato cannabis (il 27%), circa 60mila hanno utilizzato la cocaina (il 3%), 30mila persone hanno fatto uso di eroina (2%).
La cannabis e l’hashish sono anche i protagonisti della maggior parte dei sequestri da parte delle forze dell’ordine nel nostro paese, secondo il Rapporto annuale della Polizia di Stato 2017. Vari studi confermano che la cannabis viene percepita, in tutta Europa e non solo nel nostro paese, come la sostanza più facilmente accessibile alla popolazione, soprattutto da parte dei giovani.
Nelle regioni del nord Italia c’è stata però anche una maggiore diffusione, negli ultimi anni, di sostanze stimolanti come l’ecstasy. Come altre droghe di sintesi, l’ecstasy è molto difficile da quantificare e sfugge assai di più ai controlli, perché viene fabbricata in modi diversi e in numerosi laboratori.
Il mercato delle droghe di sintesi dunque è molto più complicato da controllare e seguire, tanto è vero che lo scorso anno a fronte del sequestro di oltre 146mila kg di cannabinoidi, le forze dell’ordine hanno sequestrato solo 43 kg di pasticche di ecstasy.
Contrariamente a quanto sembrano affermare i media in occasione dei singoli eventi, come i decessi registrati nel corso dell’estate 2015, l’ecstasy non si trova soltanto in discoteca ma è piuttosto a portata di mano nelle città, anche nelle scuole e in altri ambienti frequentati dai ragazzi.
Nel 2015 sono stati sequestrati 84.066,38 kg. di droga, con un decremento del 45,59% rispetto al 2014; in particolare, sono stati rilevati, rispetto all’anno precedente, incrementi nei sequestri di cocaina (+4,16%), di anfetaminici in dosi (+157,53%) ed in polvere (+161,73%) e di piante di cannabis (+13,42%). Sono risultati, invece, in diminuzione i sequestri di eroina (-18,12%), di marijuana (-73,95%) e di hashish (-40,06%).
Rispetto l’anno precedente, nel 2016 i sequestri di cocaina sono aumentati del 16,1%, quelli di marijuana del 347,2%, quelli delle droghe sintetiche del 25,4%
Nello stesso anno sono invece diminuiti i sequestri di eroina (-35,5%), e di hashish (-64,8%)
Uno dei dati cui fare più attenzione, quando si parla di consumi di sostanze psicoattive, è però anche la progressiva diffusione del consumo di psicofarmaci utilizzati al di fuori delle prescrizioni regolari.
Secondo diversi studi, ben l’8-10% delle persone, anche tra i più giovani, li assumono al di fuori delle prescrizioni mediche. Una percentuale che tende a essere più alta se si guarda alla sola popolazione femminile.
Uno studio delle Ausl di Bologna, Forlì e Lucca ha dimostrato che in un campione di oltre 400 donne italiane tra i 30 e i 50 anni, il fattore più preoccupante per quanto riguarda le dipendenze è il consumo alcolico a rischio, con quasi il 14% delle donne dipendenti da questa sostanza.
Ed è proprio la combinazione alcol-psicofarmaci a sfuggire alle statistiche, perché è assai più difficile misurarla rispetto ai singoli consumi e perché entrambe le sostanze non sono registrate come illegali. Eppure gli effetti di questo uso combinato possono essere drammatici.
Considerato che spesso la combinazione di più sostanze psicoattive porta ad altri comportamenti a rischio, come una guida poco sicura, il rischio di provocare danni molto seri alla salute propria e degli altri diventa molto concreto.
Per questo è necessaria una informazione puntuale sugli effetti delle sostanze, da sole e in combinazione, e una azione educativa che promuove scelte consapevoli e una gestione corretta dei rischi associati.
FONTI:
- The 2015 ESPAD Report Results from the European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs
- Relazione annuale 2017 al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia
- Relazione al Parlamento sull’attività delle Forze di Polizia anno 2015, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata
Morire di droga in Italia
Di marijuana non è mai morto nessuno.
La droga che continua a uccidere di più, in Italia, è l’eroina.
Dei 305 decessi registrati nel 2015 dalle Forze di Polizia nel loro rapporto annuale, 101 casi sono dovuti proprio all’eroina. A seguire, 37 persone sono morte per effetto della cocaina, 3 per il metadone, 2 per amfetamina. Nel 2016 i decessi sono stati 266 provocati nel 73% dei casi di cui si conosce la sostanza da oppiacei, principalmente eroina.
Certo, rispetto al passato le morti per droga si sono ridotte. A partire dal 1973, primo anno in cui sono iniziate le rilevazioni da parte delle forze dell’ordine, si contano oltre 24mila e 200 morti per droga nel nostro paese. Una media di ben più di 500 all’anno.
Ma in realtà, gli ultimi anni, dopo le stragi per eroina degli anni ‘80 e ‘90, hanno fortunatamente visto un declino progressivo di questi numeri.
Ancora nel 1999 i morti erano più di 1000 all’anno, cifre che per fortuna si sono molto ridotte nell’ultimo decennio, attestandosi su una media di poco più di 300 morti all’anno.
Anche il fattore età conta molto: muoiono molti più i 40enni dei 20enni, la quasi totalità dei morti per droga infatti ha più di 35 anni. E sono quasi tutti uomini, 9 su 10.
Esistono sicuramente dei fattori geografici che influiscono sui consumi di droga. Le città metropolitane rimangono l’epicentro del mercato e le regioni più colpite negli ultimi dieci anni sono state il Lazio, seguito da Campania, Emilia-Romagna e Piemonte. Tra le città, quelle che registrano più morti per droga sono Torino, Roma, Bologna, Perugia, Firenze, Cagliari e Vicenza.
La distribuzione territoriale del numero di decessi, vede Piemonte (36 decessi rilevati), Toscana (28 decessi), Emilia Romagna e Veneto (25), Lazio e Lombardia (20) tra le regioni in cui si sono osservati più decessi nel 2016.
FONTI:
Relazione annuale al Parlamento 2017 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia